COME PASSARE L’INVERNO SENZA PARLARE CON LE SEDIE

 

 “…Now no one’s knocked upon my door

For a thousand years or more

All made up and nowhere to go

Welcome to this one-man show.

Just take a seat they’re always free

No surprise no mystery

In this theatre that I call my soul

I always play the starring role … ” 

The Police – So Lonely (Beat Club performance) 

Sembrano anche a voi millemila anni da quando avete fatto un festone a casa con così tanta gente, distanza fisica inesistente e fuori controllo che il giorno dopo vi sembrava di essere sul set di Apocalypse Now? 

Non vi pare di un’altra vita il tempo in cui uscivate per raggiungere gli amici della “compagnia” che vi accoglievano tra abbracci, pacche sulle spalle e saluti da b boys and b girls improbabili? O, non sono davvero passati in un salto quantico saecula et seeculorum da quando siete andati ad un concerto a contatto così affollato da regalarvi una sauna compresa nel prezzo? O ad un dj set dove sei in modalita’ contatto pelle con perfetti sconosciuti uniti da uno stesso karma? O ancora: una serata al cinema seduti spalla a spalla; un compleanno; una cena con amici con fiumi di vino e chiacchiere come solo noi italiani (vabbe’ latini in genere dai) sappiamo rendere: caotica, animata e vitale? 

Va bene, va bene, la smetto. Percepisco al di la’ dello schermo una certa emozione e l’occhietto lucido mi dice che si’, sembra anche a voi molto tempo fa, e la vostra pazienza (e speranza) a volte e’ ancora messa a dura prova. Molto umano, molto normale, e’ bene ricordarselo e ripeterselo.

A proposito di winter blues, mi sono imbattuto in un recente articolo della BBC che riporta quanto la solitudine sia un fenomeno particolarmente sentito in questa stagione. Lo so, e’ scontato, certo, ce lo aspettavamo no? ma sono pur sempre dati  interessanti per farci riflettere e, ancora meglio, farci agire di conseguenza per alleviare il proprio disagio o quello altrui, eccovi qualche stralcio:

The start of November, with darker evenings, saw 8% of adults who were ‘always or often lonely’ representing 4.2 million peopleFigures also show that 5% of adults – representing 2.6 million people – had not left their home for any reason in the previous seven days.”

Lockdown loneliness reaches record levels 

Ora, vi consiglio vivamente di leggervi l’articolo, anche perché spero proprio non vogliate fare la fine della mia cara nonnina che parla con la TV, col gatto, col cane, con le foto del nonno, con i cucchiai e anche con le macchie d’olio sulle camice, ho reso l’idea? Quando le chiedo se ne vuole parlare con me, mi dice: “ma va la’, e’ normale Edo, non sono l’unica, hai letto quella cosa sul signore che parla alle sedie?” “uh?!”

The man who was so lonely he talked to chairs 

Si vede che anche la nonna ogni tanto naviga il sito della BBC, anyway… dicevo, vi consiglio di leggere al link che vi ho dato, anche perché ci trovate altre chicche del momento, che ci fanno sorridere e ci ricordano che non siamo davvero soli. Come la video-intervista a Marjorie Wells, 91 anni, in cui ci suggerisce qualche tecnica spicciola per combattere la solitudine: “count your blessings, name them one by one”. Ma anche links ad esperienze come quella di una giovane madre che combatte la solitudine con la poesia o come le Apps sociali e di gaming possano essere di aiuto per i più giovani o magari come gestirsi un appuntamento galante durante una pandemia, rieccolo: Lockdown loneliness reaches record levels. Non dimentichiamo poi che esistono anche risorse efficaci di aiuto online, se e quando necessario: Emotional Distress: Information and Support

Se dopo avere letto l’articolo e le risorse vi sentite ancora soli, e questo vi butta giu’, e vi butta giu’ oggi, e vi butta giu’ domani, dopodomani… mandatemi pure un messaggio per un appuntamento (online o di persona nel dopo lockdown) e saro’ ben felice di fare una chiacchiera informale di conoscenza. Parlare fa bene.

Nel frattempo, se la giornata e’ particolarmente cupa, fatevi una tisana, accovacciatevi sul divano o poltrona preferita, mettevi un sottofondo di musica da piano e guardatevi come tanti come voi stanno passando questo periodo e ne usciranno, come voi, con gloriosa forza e voglia di vivere da vendere!

Indoors Exhibition — Wellcome Centre for Ethics and Humanities 

ENTRA NEL CERCHIO

https://youtu.be/XK70d54lWF4

Bentornati! Vi e’ mancato il post risorsa? Due settimane son troppo lunghe? Comunque sia oggi voglio fare centro, voglio essere coinciso e, con vostra grande sorpresa, questa volta la risorsa bisettimanale è una sola. Lo so, lo so, siete abituati/e ad una serie di links da cui scegliere ma ho deciso così per una buona ragione, vorrei che realmente dedicaste la vostra attenzione a questo unico suggerimento, un video di pochi minuti, ma molto potente. 

Perché ‘entrare nel cerchio’ non è facile, fare il primo passo non e’ facile. Esporsi, mettere l’anima a nudo, non è facile.

Nel video si notano come tutti abbiano qualcosa per cui entrare nel cerchio, ma alcune persone non riescono a fare quel passo che solo loro (solo te) possono decidere di fare. Senza quel primo passo, tutto rimane come prima. Se quel prima è un disequilbrio, un ‘fare fatica’ con se stessi e con gli altri, un disagio, ecco, quello, non cambierà di certo lasciandolo li, inascoltato. Lo ripeto: senza un primo passo per entrare nel cerchio, non cambierà nulla.

Gli individui nel video sono delle persone con un background e un vissuto di gravi svantaggi, di disequilibri pesanti e avranno di conseguenza un gran lavoro da fare, una sfida non di poco conto da affrontare. Però nel momento in cui è stato girato il video hanno avuto anche una grande fortuna; la fortuna di qualcuno disponibile e capace, che facilita il percorso di riequilibrio, qualcuno che offre un cerchio dove entrare, per liberare, riconoscere, e non avere timore o vergogne per i traumi subiti in passato, spesso da parte di persone che a loro volta ne hanno subiti.

La maggior parte di noi invece ha la fortuna di non avere avuto quel tipo di esperienze così profonde, ma d’altro canto non ha neanche nessuno che ci facilita il lavoro pur sempre a volte necessario, nessuno che possa offrire un cerchio in cui entrare, per liberare dei grandi o “piccoli” traumi (chi stabilisce la dimensione? la portata?). Senza neanche un metaforico cerchio, i blocchi e i disequilibri rimangono non affrontati e ce li si potrebbe portare dietro tutta la vita, potenzialmente trasmettendoli anche a chi ci sta intorno. 

Tu che fai? Lo vuoi cercare un cerchio in cui liberarti? 

Io non posso sapere chi sei e venirtelo a offrire ma è il mio lavoro, creare un cerchio per quanto possibile accogliente e sicuramente non giudicante, per chiunque voglia parlare di traumi o potenziali tali. Contattami senza impegno.

Se non ora, quando?

CIAO, ESCO, VADO A PRENDERE UNA BOCCATA D’ANSIA

 

2a PARTE

We’re leaving together, but still, it’s farewell

And maybe we’ll come back to Earth, who can tell?

I guess there is no one to blame

We’re leaving ground (Leaving ground)

Will things ever be the same again?

It’s the final countdown “

( The Final Countdown bu Europe – video )

Sara’ questo secondo lockdown, sara’ che ultimamente mi va di dividere le cose in due parti (perché in due? E che ne so’! Misteri della psicologia, dovrei autoanalizzarmi) o forse sara’ che circa cinquecento parole che mi son dato come media di ogni post non mi bastano più. Insomma sara’ quel che sara’ come diceva una famosa canzone, di fatto eccoci appunto al secondo lockdown e di conseguenza al secondo post della serie “usciamo a prendere una boccata d’ansia”.

Vi siete persi il primo post del maggio scorso? Do not worry, e’ sempre attuale, qua: 

ESCO, VADO A PRENDERE UNA BOCCATA D’ANSIA

Potrei riprendere il discorso in maniera leggera e favolesca, tipo “C’era una volta…l’ansia da metropolitana”, ricordando tempi che sembrano passati da secoli, quando alcuni siti italiani pubblicavano liste con il grado di “stress” di stazioni e linee metropolitane varie, sul serio, e’ tutto documentato qua:

Ansia da metro? Ecco le 10 linee più stressanti di Londra 

Ora che invece l’Underground e’ semideserta (lo e’? Non ci vado da tempo ma presumo) potremmo individuare forme d’ansia e di stress del tutto nuove e identificarle con delle etichette creative come quelle che danno di solito i giornalisti sui media blasonati. Si potrebbe parlare di “Ansia da nuovo Lockdown”; “Ansia da DCPM”; “Stress post traumatico da Pandemia”; “Sindrome da stress Covid 19” e chissa’ quante altre varianti ci saranno. 

Di fatto la questione e’ seria, e come dice l’articolo che ho trovato sul sito di BBC, l’ansia puo’ arrivare in forme ed intensita’ diverse, si va da una cosa gestibile a ansie più severe per cui ci vuole un intervento, un aiuto. Pero’ il problema di solito e’ che spesso chi vive di ansia e/o fobie (uno su dieci ci passa ad un certo punto della sua vita) non chiede aiuto.

Coronavirus: What is anxiety and how can I get help?

Un altro superinteressante articolo sul tema, tra l’altro suggerito da una di voi che ringrazio ‘pubblicamente’ qui anche per un apprezzatissimo feedback (Tu sai chi sei), e’ apparso di recente su ‘La Repubblica’, ed io, il ladro di notizie a tema, taglio e incollo per voi qua sotto. 

Anche perché chi non ha punti interrogativi su questo “cambiamento del mondo esterno: perdita del lavoro con conseguente peggioramento delle condizioni di vita, lutti da elaborare per la perdita delle persone care e relazioni sentimentali, amicali e professionali in grande trasformazione”?

Pandemia, lo stress post traumatico che si riattiva ad ogni ondata del virus

Rieccoci, siamo a circa cinquecento parole ed io da bravo OCD mi fermo e vi saluto e vi rimando alla prossima occasione o ad una chiacchiera informale se vi serve approfondire con me.

Intanto vi lascio con un po’ di musica per l’occasione, come spesso succede da queste parti,  questa volta mi faccio aiutare da Rolling Stone Italia, che propone oltre al Final Countdown che vi ho citato in apertura altre chicche del pop mondiale senza tempo come l’intramontabile Frank Zappa con “Why Does It Hurt When I Pee?”, curiosi? Allora cliccate qua sotto mentre io vado a vedere che succede di la’, anche con le porte chiuse, sento forte e chiaro qualcuno intonare (per usare un eufemismo), con voce rauca da fronmant Death Metal e a volume decisamente spaccatimpani: 

“ITZ DE FAINAAAAL CAUNTDAAAUUUUUNNNN!!!”. Chissa’ chi e’, voi che dite? 

10-canzoni-per-esorcizzare-lansia-per-la-fine-del-mondo 

Il LOCKDOWN SUCKS, PUNTO.

 

Aka: CONSIGLI PER PROVARE A RIMANERE SANI DI MENTE

Se c’è soluzione perché ti preoccupi? 

Se non c’è soluzione perché ti preoccupi?”

– Aristotele –

(citazione di una citazione da: LA PSICOLOGIA DELL’INCERTO

PS autocitazione di un mio articolo)

Eccoci, ci risiamo, si’ lo so, gli scienziati lo aveva anticipato, eravamo stati avvertiti, ma… speravamo comunque che si sbagliassero. Ora la cruda realta’ ci sbatte in faccia una nuova chiusura, anche se più’ blanda con scuole aperte, pero’ psicologicamente e’ pur sempre una botta che anche se facciamo finta di nulla tutti, indistintamente, in qualche modo, accusiamo.

E io che faccio? Ci siamo gia’ capiti, uso questo post bisettimanale di risorse per darvi delle risorse per fare fronte al nuovo lockdown, far fronte al lungo inverno inglese (o italiano, o americano o ovunque vi troviate con l’inverno) e se vi ci mettete con impegno alcuni di questi consigli vi potranno essere pure utili per fare fronte a incontri/scontri con suoceri, generi, nuore, nipoti, genitori, figli e parenti vari incattiviti dalla chiusura fisica e mentale di questi tempi.

Se non ce la fate con questi, allora mettetevi in contatto, senza impegno, che la soluzione si trova sempre, insieme.

Links per affrontare un secondo (ultimo? mmmh…) lockdown:

VADEMECUM PSICOLOGICO CORONAVIRUS – Consiglio Nazionale Ordine Psicologi –  

I’m So Bored! – An overlooked effect of the COVID-19 pandemic lockdowns   

Tips for managing mental health during COVID-19 

IoRestoACasa – Risorse gratuite per il tuo coprifuoco 

HOME SWEET HOME E LE GABBIE PER TIGRI 

LA FELICITÀ NELL’ERA DEL CORONA VIRUS

LA PSICOLOGIA DELL’INCERTO (ancora? Si’ perché sopra non lo avete cliccato 😉 ciao)

Vebbe’ vi lascio con questi, avete da leggere per tutto l’inverno. 

Alla prossima, io ci sono comunque neh!